giovedì 18 dicembre 2014

mercoledì 26 novembre 2014

Halloween all'italia 2014

Mi aggiudico la selezione per la copertina dell'antologia relativa al concorso omonimo.

Per quanto riguarda l'illustrazione che farà da cover all'ebook finale, il vincitore è Giuseppe Agnoletti con Lo spaventapasseri N°5 risultato il più votato tra i partecipanti al contest e il preferito della giuria della redazione di LettraturaHorror.it, oltre che il 3° più votato su Facebook. 



Per quanto riguarda la parte letteraria ecco i risultati:
il racconto vincitore di questa prima edizione di Halloween all'Italiana è stato La signora della casa del pozzo (dolcetto o dolcetto) di Michele Protopapas.

Al secondo posto troviamo, invece, l'ottimo Giuseppe Cerniglia con il suo Obolo alle ombre

A chiudere il podio e portarsi a casa altri, numerosi, libri horror è, infine, Francesca De Santis con Volterra senza luna

giovedì 5 giugno 2014

Le regole di scrittura di George Orwel

La fattoria degli animali, vicenda irreale e iperfamosa di Geroge Orwel.
Conosciamo oggi le sue poche e semplici regole di scrittura.



  • Non usate una parola lunga quando è possibile usarne una corta.
  • Se è possibile tagliare una parola, tagliatela sempre.
  • Non usate il passivo quando potete usare la forma attiva.
  • Non usate una frase straniera, un termine scientifico o una parola gergale quando è possibile pensare a un termine equivalente nell’inglese comune.
  • Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro.
  • - See more at: http://www.archiviocaltari.it/2012/06/26/10-regole-per-scrivere-narrativa-george-orwell/#sthash.fl4yWZGd.dpuf
  • Non usate metafore, similitudini o altre figure retoriche che siete abituati a vedere sui giornali.
  • Non usate una parola lunga quando è possibile usarne una corta.
  • Se è possibile tagliare una parola, tagliatela sempre.
  • Non usate il passivo quando potete usare la forma attiva.
  • Non usate una frase straniera, un termine scientifico o una parola gergale quando è possibile pensare a un termine equivalente nell’inglese comune.
  • Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro.
  • - See more at: http://www.archiviocaltari.it/2012/06/26/10-regole-per-scrivere-narrativa-george-orwell/#sthash.fl4yWZGd.dpuf


    ·  Non usate metafore, similitudini o altre figure retoriche che siete abituati a vedere sui giornali.
    ·  Non usate una parola lunga quando è possibile usarne una corta.
    ·  Se è possibile tagliare una parola, tagliatela sempre.
    ·  Non usate il passivo quando potete usare la forma attiva.
    ·  Non usate una frase straniera, un termine scientifico o una parola gergale quando è possibile pensare a un termine equivalente nell’inglese comune.
    ·  Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro.

    mercoledì 14 maggio 2014

    In vendita su tutte le principali piattaforme l'E-Book con i racconti della fantastica accoppiata: Agnoletti & Valbonesi. Il tutto al modico prezzo di Euro 0,99.

    domenica 16 marzo 2014

    Forlì

    Sono nato a galeata (FC), ma da quando avevo tre o quattro anni vivo a Forlì.
    Sono molto legato a questa mia città adottiva e così metto nelle pagine FORLI e FORLI II alcune istantanee che ritraggono particolari vedute della città, prevalentemente del centro storico. Il tutto filtrato attraverso la mia fantasia  e sensibilità a volte piuttosto "visionarie".

    martedì 4 marzo 2014





    E’ in vendita presso le principali piattaforme on line il mio e-book: Testa di morto.


    Il volume è costituito da quattro racconti di guerra virati horror noir, come del resto è il mio “stile”.

     Quattro racconti di guerra, diversi fra loro per genere, ambientazione e periodo storico.

     Nautai
    è ambientato durante la guerra del Peloponneso fra Atene e Sparta. Un reduce della sfortunata spedizione in Sicilia racconta la sua esperienza di oplita imbarcato sulle navi da guerra ateniesi, la sua amicizia con un marinaio. Poi la durissima prigionia e infine il ritorno in patria.

     Fiamme nere
    ci porta agli orrori delle trincee della prima guerra mondiale. Un soldato farà conoscenza con un commilitone molto particolare…
     Il racconto è stato uno dei dieci finalisti al premio Short Kipple 2011.

     Con Missione Matajur
    il tono vira sul genere ucronico; l’Italia ha perso la prima guerra mondiale ed è nel caos, solo Benito Mussolini potrebbe essere in grado di tenere a freno le squadre fasciste, ma viene ucciso. L’unica soluzione possibile sarà…

     Testa di morto
    ci fa vivere la contorta psicologia di un soldato tedesco che durante la seconda guerra mondiale combatte nelle file delle SS-Totenkopfverbände , le tristemente note teste di Morto.
    Il racconto ha vinto una edizione del concorso periodico: USAM.

    La copertina è di mia realizzazione ed è ispirata al racconto che conferisce il titolo alla raccolta.
    Il prezzo è modico: 0,99 Euro, il formato E pub, kindle in base allo store scelto per l’acquisto.
    Il codice ISBN: 9788868858483.

    Autore: Giuseppe Agnoletti, per il web: Rehel.

    Buona lettura a tutti.
     

    lunedì 24 febbraio 2014

    Le regole di scrittura di CHUCK PALAHNIUK


    Numero Uno: Due anni fa, quando scrissi il primo di questi saggi fu a proposito del mio metodo di scrittura “con timer da cucina”. Non avete mai visto quel saggio, ma eccovi il metodo: quando non avete voglia di scrivere, programmate un timer da cucina su un’ora (o mezz’ora) e sedetevi a scrivere finché suona il timer. Se ancora odiate scrivere, siete liberi dopo un’ora. Ma normalmente, giunti al momento in cui suona il timer, sarete così coinvolti dal vostro lavoro e vi piacerà così tanto che continuerete. Invece di un timer da cucina, potete fare un carico di vestiti nella lavatrice o nell’asciugatrice e usare quello per dare un tempo al vostro lavoro. Alternare il compito cerebrale della scrittura con il lavoro meccanico della lavanderia o del lavaggio dei piatti vi darà le pause necessarie perché giungano nuove idee e ispirazioni. Se non sapete cosa seguirà nella storia… pulite il bagno. Cambiate le lenzuola. Cristo Santo, fate le polveri al computer. Un’idea migliore arriverà.

     

    Numero Due: Il vostro pubblico è più intelligente di quanto crediate. Non abbiate paura di sperimentare con strutture narrative o salti temporali. La mia personale teoria è che le giovani generazioni di lettori si tengano a distanza dalla maggior parte dei libri – non perché questi lettori siano più stupidi di quelli delle generazioni passate, ma perché il lettore di oggi è più intelligente. Il cinema ci ha reso molto sofisticati in merito alla narrazione di storie. E il vostro pubblico è più difficile da colpire di quanto possiate immaginare.

     

    Numero Tre: Prima di sedervi a scrivere una scena, rimuginatela nella vostra mente e chiarite a voi stessi lo scopo di quella scena. Quali eventi precedentemente iniziati saranno interessati da questa scena? Quali basi saranno poste per scene successive? Come potrà questa scena contribuire allo sviluppo della vostra trama? Mentre lavorate, guidate, fate ginnastica, mantenente questo solo problema nella vostra mente. Prendete qualche appunto quando vi vengono delle idee. E solo quando avetestabilito l’ossatura della scena – allora, sedetevi e scrivetela. Non mettetevi a quel noioso, polveroso computer senza aver qualcosa in mente. Non affaticate il vostro lettore con una scena in cui poco o niente accade.

     

    Numero Quattro: Sorprendete voi stessi. Se riuscite a portare la storia – o a far sì che la storia porti voi – a un punto tale da sconvolgere voi stessi, allora potrete sorprendere il vostro lettore. Laddove voi vedrete delle sorprese ben pianificate, è molto probabile che anche il vostro sofisticato lettore le vedrà .

     

    Numero Cinque: Quando arrivate a un punto morto, tornate indietro e leggete le vostre scene precedenti, cercando personaggi abbandonati o dettagli che potete resuscitare come “pistole sepolte”. Quando stavo scrivendo il finale di Fight Club, non avevo idea di che cosa fare con il palazzo di uffici. Ma rileggendo la prima scena, ho trovato il commento che avevo lasciato cadere a proposito di combinare nitroglicerina e paraffina e di come fosse un metodo dall’esito incerto per fabbricare esplosivo plastico. Quella frasettina stupida (… la paraffina non ha mai funzionato per me…) fece risorgere la perfetta “pistola sepolta” alla fine e salvò il mio culo di racconta storie.

     

    Numero Sei: Usate la scrittura come la vostra scusa per indire un party alla settimana – anche se chiamerete quel party “workshop”. Ogni istante che passate con altre persone che stimano e supportano la scrittura, quegli istanti controbilanceranno tutte le ore che passate da soli, scrivendo. Persino se un giorno venderete il vostro lavoro, nessuna cifra di denaro vi ricompenserà per il tempo che avete speso in solitudine. Perciò, prendetevi subito la vostra “ricompensa”, fate della scrittura una scusa per stare fra la gente. Quando raggiungerete la fine della vostra vita – credetemi, non vi guarderete indietro per assaporare i momenti che avete passato da soli.

     

     

     

    Numero Sette: Imparate a convivere con il Non Conoscere. Questo piccolo consiglio è giunto passando per un centinaio di personaggi famosi, attraverso Tom Spanbauer fino a me e ora, a voi. Più a lungo permettete a una storia di prendere forma, migliore sarà la sua forma finale. Non affrettate o forzate il finale di una storia o di un libro. Tutto ciò che dovete conoscere è la prossima scena, o le prossime scene. Non dovete conoscere ogni momento dal principio alla fine, infatti, altrimenti sarà noioso come l’inferno da realizzare.

     

    Numero Otto: Se avete bisogno di maggiore libertà nel muovervi nella storia, di revisione in revisione cambiate i nomi dei personaggi. I personaggi non sono veri, e non sono voi. Cambiandone arbitrariamente i nomi, prenderete la distanza necessaria per poter veramente torturare un personaggio. O peggio, eliminate un personaggio, se è quello che la storia richiede.

     

    Numero Nove: Ci sono tre tipi di discorso – non so se sia VERO, ma l’ho sentito a un seminario e mi è sembrato sensato. I tre tipi sono: Descrittivo, Istruttivo ed Espressivo. Descrittivo: “Il sole si era alzato…” Istruttivo: “Cammina, non correre…” Espressivo: “Ahi!” la maggior parte degli scrittori di narrativa usano solo una – al massimo, due – di queste forme. Quindi usatele tutte e tre. Mischiatele fra loro. La gente parla così.

     

    Numero Dieci: Scrivete il libro che vorreste leggere.

     

    Numero Undici: Fatevi scattare adesso le fotografie da mettere sulle sovra copertine, finché siete giovani. E procuratevi i negativi e i diritti su quelle fotografie.

     

    Numero Dodici: Scrivete delle questioni che vi toccano. Sono le sole cose di cui vale la pena scrivere. Nel suo corso, intitolato “Scrittura Pericolosa”, Tom Spanbauer insiste sul fatto che la vita è troppo preziosa per spenderla scrivendo piatte, convenzionali storie nei confronti delle quali non provi nessun attaccamento. Ci sono così tante che di cui Tom ha parlato ma che ricordo solo per metà: l’arte della “manomissione”, che non saprei ripetere con precisione, ma che ho capito riferirsi all’attenzione da prestare nello spostare il lettore attraverso i vari momenti della storia. E “sous conversation”, che ho capito intendere il messaggio nascosto, sepolto al di sotto della storia ovvia. Poiché non mi sento a mio agio a descrivere argomenti che ho capito solo a metà, Tom ha accettato di scrivere un libro sul suo workshop e sulle idee che insegna. Il titolo temporaneo è “A Hole In The Heart,” e Tom pensa di averne una bozza pronta per Giugno 2006, con una data di pubblicazione definita per l’inizio del 2007.

     

    Numero Tredici: Un’altra storia su una vetrata natalizia. All’incirca tutte le mattine, faccio colazione nello stesso locale, e questa mattina un uomo stava dipingendo la vetrata con decorazioni natalizie. Pupazzi di neve. Palle di neve. Campanelli. Babbo Natale. Se ne stava sul marciapiedi, dipingendo nel freddo assiderante, il suo fiato fumante, alternando pennelli e rulli con vari colori di vernice. Dentro il bar, clienti e camerieri lo guardavano stendere vernice rossa e bianca e blu sul lato esterno della vetrata. Dietro di lui, la pioggia divenne neve, che cadeva di traverso spinta dal vento. I capelli del pittore erano di tutte le sfumature di grigio, e la sua faccia era cadente e rugosa come il sedere vuoto dei suoi jeans. Tra un colore e l’altro, si fermava per bere qualcosa da un bicchiere di carta. Guardandolo dall’interno, mangiando uova e pane tostato, qualcuno disse che era triste. Questo cliente disse che l’uomo era probabilmente un artista fallito. C’era probabilmente whiskey nel bicchiere. Probabilmente aveva uno studio colmo di dipinti che nessuno ha voluto e ora si guadagna da vivere decorando le vetrine di ristoranti che puzzano di formaggio e di negozi di alimentari. Proprio triste, triste, triste. Questo pittore continuava a stendere il colore. Tutta la bianca “neve”, prima. Poi qualche macchia di rosso e di verde. Poi qualche contorno che ha trasformato le chiazze di colore in calze e alberi di Natale. Un cameriere si aggirava, versando caffè alla gente, e dicendo: “È così pulito. Mi piacerebbe saperlo fare io…” E sia che invidiassimo o compatissimo questo tipo al freddo, lui continuava a dipingere. A aggiungere dettagli e strati di colore. E non sono sicuro di quando accadde, ma a un certo momento non era più lì. I disegni erano in sé così ricchi, si adattavano alle vetrine così bene, i colori erano così luminosi, che il pittore se n’era andato. Sia che fosse un fallito o un eroe. Era scomparso, andato chissà dove, e tutto ciò che noi vedevamo era il suo lavoro.

    giovedì 30 gennaio 2014

    I‭ ‬13‭ ‬consigli di scrittura di Ray Bradbury‭


    Uno dei più grandi scrittori di fantascienza, il celebre creatore di Cronache marziane, Ray Bradbury, espone i suooi personali consigli di scrittura.‭



    1.‭ ‬Mettersi al lavoro:‭ ‬Tu non sai quello che si può fare fino a quando si tenta,‭ ‬ha detto Bradbury.‭ ‬Gli scrittori invece di chiedere che cosa devo fare‭? ‬Devono domandarsi che cosa sono io‭? ‬E iniziare a scrivere da quella risposta.‭

    2.‭ ‬Visita la biblioteca spesso:‭ ‬La visita a una biblioteca è essenziale per diventare un buon scrittore,‭ ‬per Bradbury è un luogo pieno di sorprese,‭ ‬a volte è meglio sbarazzarsi del computer e di Internet.‭

    3.‭ ‬Guardare buoni film:‭ ‬Bradbury dice che la visione di buoni film aiuta a migliorare la scrittura.‭

    4.‭ ‬Dieci cose che amo,‭ ‬dieci cose che odio:‭ ‬Bradbury consiglia di fare una lista di dieci cose che si amano,‭ ‬dieci cose che si odiano e dieci cose di cui si ha paura.‭ ‬Nella scrittura bisogna quindi esaltare ciò che si ama e uccidere ciò che si odia e fa paura.‭

    5.‭ ‬Scegliete con cura ciò che si legge:‭ ‬Bradbury sostiene che questa risorsa è fonte di creatività.‭   

    6.‭ ‬Tenete lontano i vostri idoli:‭ ‬Va bene avere scrittori che si ammirano,‭ ‬ma si corre il rischio di copiarli sia consciamente che inconsciamente,‭ ‬quindi è essenziale trovare la propria identità.‭

    7.‭ ‬Iniziate scrivendo brevi testi:‭ ‬L'ansia è comune in coloro che si avviano nel mondo della scrittura.‭ ‬Bradbury consiglia di essere pazienti e di non iniziare un romanzo:‭ ‬è preferibile partire scrivendo racconti brevi e imparare la l’arte.‭ ‬Se ci si imbarca sulla scrittura di un romanzo è difficile sapere come sarà il risultato finale.‭ ‬Invece,‭ ‬se si scrive testi brevi,‭ ‬si può vedere il risultato alla fine della settimana e l’autostima ne trarrà beneficio.‭

    8.‭ ‬Scrivi la prima cosa che viene in mente:‭ ‬Bradbury,‭ ‬per combattere il blocco dello scrittore,‭ ‬aveva un cartello che diceva di non pensare proprio accanto alla macchina da scrivere.‭ ‬Se la mente è completamente vuota è perché si sta facendo qualcosa di sbagliato e non si sta divertendo e allora è consigliabile tornare alla linea di pensiero in cui eravate prima di perdere l'ispirazione.‭

    9.‭ ‬Alimenta la tua fantasia:‭ ‬Una tecnica che Bradbury raccomanda di usare per mantenere la mente sveglia è quella di leggere un racconto,‭ ‬una poesia e un saggio ogni sera prima di andare a dormire:‭ ‬è un metodo utile per integrare le informazioni ed alimentare la creatività.‭

    10.‭ ‬Mantenete la distanza da persone che non credono in te:‭ ‬Bradbury consiglia di stare lontano dalle persone che non credono nel talento che avete.‭ 

     
    11.‭ ‬Non pensate a fare soldi:‭ ‬Vi disamorereste del mestiere.‭

    12.‭ ‬Scrivete con uno scopo:‭ ‬Chiedetevi che cosa si vuole creare con la vostra scrittura.‭ ‬Ci sono persone che cercano di lasciare un messaggio,‭ ‬altri creano qualcosa di bello,‭ ‬un po‭' ‬di ritrarre una certa realtà.‭ ‬Lo scopo di Bradbury è stato quello di essere amato per quello che ha fatto.‭

    13‭ ‬.‭ ‬Godete:‭ ‬Pensate alla scrittura‭ ‬-‭ ‬più che a un lavoro‭ ‬-‭ ‬a un processo gioioso e non qualcosa di serio.‭ ‬Tanto è vero che uno scrittore famoso disse di non aver mai lavorato un giorno in vita sua.


    lunedì 27 gennaio 2014

    La mia attrezzatura fotografica

    In passato possedevo due corpi reflex Nikon, una automatica e una manuale corredate col 28, 35, 85mm. Leggevo quattro o cinque riviste di fotografia al mese e a volte sviluppavo i negativi in  bianco e nero in casa. Ma i risultati mi deludevano, i tempi poi erano lunghissimi, i costi, non tanto della pellicola, ma della carta, insostenibili. E poi immancabile spuntava fuori quel puntino bianco che rovinava ogni cosa. Mi servivo della terribile politenata ILFORD multigrade e degli appositi filtri atti a variarne il contrasto.
    Nella mia personale preistoria mi sono servito di una Zenith (russa) e poi di una Cosina (giapponese) con zoom 28-50 e 70-210. Era ancora l'epoca della pellicola.

    Ho lasciato perdere tutto per anni, poi, col digitale, è rinato in me il bisogno di esprimermi attraverso delle immagini. Il fotoritocco adesso mi permette qualsiasi evoluzione in tempi molto rapidi. Voglio un'immagine in bianco e nero? Eccola! Virata seppia? Altro che prepararsi l'apposito bagno, un semplice click, e se non mi garba posso sempre intervenire in base al mio gusto personale. Ai miei tempi Franco Fontana stravolgeva la sensibilità della pellicola e poi si faceva fare stampe professionali al costo di 40.000 Lire caduna; io non potevo. Ma adesso posso fare questo e altro. Anche invecchiarle ad arte, se mi gira.

    L'attrezzatura con la quale fotografo è davvero modesta. Il pezzo migliore è infatti costituito da una Olympus quattro terzi EPL-1 con obiettivo zoom 22-44, quello a corredo.
    Si tratta di una macchina acquistata usata per una cifra modesta, ma che rende ottimi servigi.
    Le immagini sono eccellenti, e parlo di semplici Jpeg, qualcuno sostiene che non vi sia praticamente differenza fra questi e gli stessi in raw prodotti dalla EPL-1.
    Certo se potessi avere una di quelle strabilianti Fuji di ultima generazione... ma io non sono un patito della qualità sopraffina, mi interessa di più quello che riesco a esprimere, sensazioni, intendo.

    Ho anche un'Olympus Wide, compatta con zoom 24-240, ma da quando ho la mirrorless non la degno di uno sguardo. Possiedo anche una vecchia ottima Nikon L21, un'altra compattina che produce immagini più che dignitose.

    Come fotoritocco utilizzo Paint Shop Pro. Lo ritengo un ottimo programma, che può avere come punto di riferimento Photoshop elements, ma a parità di prezzo offre molte più cose. Il set di filtri è semplicemente entusiasmante!

    Adoro girare le immagini in bianco e nero, ma naturalmente scatto solo a colori. In effetti non vi è nessun guadagno di memoria e se mi piace la versione a colori c'è l'ho, se la preferisco in bianco e nero la posso trasformare come voglio in pochissimo tempo.